mercoledì 29 aprile 2015

La Certosa di Pavia


Innanzitutto sappiate che la Certosa di Pavia non si chiama Certosa di Pavia.
Il suo vero nome è Gratiarum Carthusia cioè Certosa delle Grazie.

Questo perché la Certosa è stata edificata da Gian Galeazzo Visconti su desiderio e richiesta della sua seconda moglie Caterina Visconti, la quale ne chiese l'edificazione ad opera del marito, nel caso fosse sopravvissuta ad un parto del suo terzo figlio.
Il bimbo nacque morto ma Caterina sopravvisse e nel 1396 si diedero inizio alle opere di edificazione.

Da ricordare che la prima moglie di Gian Galeazzo, Isabella di Valois, era morta proprio per le conseguenze di un parto e d è singolare che all'interno della Certosa ha trovato posizionamento il monumento funebre di Beatrice d'este, sorella della grandiosa Isabella, morta di parto a soli 22 anni.

Nel portale d’ingresso della chiesa della Certosa, sul bassorilievo che ne ricorda la consacrazione, è possibile osservare i confini dei possedimenti certosini com'erano in origine: la posizione del monastero era ai margini del arco Visconteo, riserva di caccia dei Signori di Milano; i confini erano delimitati da mura e vengono segnalate le posizioni dei castelli di Mirabello e di Pavia.

Visitare la Certosa di Pavia:
I padri Cistercensi non accettano prenotazioni per nessun tipo di visite, in compenso le visite guidate sono gratuite e sono programmate ogni mezz'ora. Per poterne beneficiare bisogna recarsi davanti alla cancellata del transetto, all'interno della Certosa.

Tutte le abitazioni certosine devono essere costruite sul modello della prima casa di Chartreuse, poiché la loro forma, imperniata su due chiostri, è in funzione della Regola monastica, che contempera tra loro eremitismo e cenobismo: lungo il chiostro maggiore le abitazioni dei religiosi separate tra loro, ma collegate dal porticato; lungo il minore la chiesa, la sala del capitolo, il refettorio

Chi si reca di lunedì ad ammirare questo gioiellino disperso nella campagna lombarda si dovrà accontentare di ammirarlo da lontano, attraverso i buchi dell'imponente porta del Vestibolo, che ne protegge l'accesso.
Al termine del lungo viale alberato, attraversando la piazzetta rotonda e lasciando alla propria sinistra un piccolo barettino abbandonato che sfoggia con antico orgoglio i monogrammi GRA CAR si giunge finalmente al piccolo fossato che cinge il complesso certosino.
Oltre il ponte del fossato vi è collocato il vestibolo, che introduce al piazzale antistante la Certosa delle Grazie.
Il Vestibolo della Certosa di Pavia è suddiviso in due ambienti, uno esterno ed uno interno. Nel primo sono riconoscibili un’Annunciazione posta ai lati dell’arco d’ingresso (in parte ancora leggibile ma mancante di molte parti), da figure di Profeti e Santi posti nelle lunette che raccordano elegantemente i paramenti murari alla copertura, entrambi realizzati nei primi anni del 1500.
Al suo interno spicca un portale marmoreo rinascimentale con medaglioni del fondatore Gian Galeazzo Visconti e dell’ultimo successore Filippo Maria posti ai lati. Di Bernardino Luini trovamo i due affreschi di S. Cristoforo e di S. Sebastiano.Chiude il primo spazio una volta a padiglione impreziosita da decorazioni pittoriche dove possiamo notare il monogramma GRA-CAR (“Gratiarum Chartusia”, Certosa delle Grazie) fare capolino un po' ovunque

Io (ed a volte "noi") siamo motoviaggianti. Dunque non abbiamo notato un dettaglio che invece ha negativamente colpito chi si è recato in macchina per una prima visita alla Certosa ed ha dovuto spendere 3€/h di parcheggio a pagamento.
Il consiglio dunque è di cercare parcheggio nelle vie perpendicolari al lungo viale e di godersi la breve e suggestiva passeggiata tra i tigli, fino al raggiungimento dell'ingresso della Certosa.

Attenzione agli orari:
Aperto tutti i giorni tranne il lunedì
Novembre - Febbraio: 9.00-11.30     14.30-16.30
Marzo:                         9.00-11.30     14.30-17.00
Aprile:                         9.00-11.30     14.30-17.30
Maggio - Agosto:        9.00-11.30     14.30-18.00
Settembre:                   9.00-11.30     14.30-17.30
Ottobre:                       9.00-11.30     14.30-17.00

Riferimenti:
http://www.certosadipavia.com/
http://www.museo.certosadipavia.beniculturali.it/index.php?it/1/home
Sito consigliato: http://www.comune.pv.it/certosadipavia/home.htm
ricco e completo, contiene tutte le descrizioni e spiegazioni riguardanti l'architettura, la scultura e la pittura della Certosa di Pavia
http://www.prolococertosadipavia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3&Itemid=104
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/19/certosa-di-pavia-monaci-abusivi-ma-con-i-giornalisti-osservano-il-silenzio/848839/   -articolo polemico, spero anche informativo-
https://twitter.com/ComuneCertosaPV/status/529561531009474562/photo/1


Chiaravalle

martedì 28 aprile 2015

Grazzano Visconti




http://www.castellodigrazzanovisconti.it/ita/index.html

Lodi - in due ore circa

In epoca medievale Lodi e Milano erano temibili avversarie. entrambe erano concentrate sulla rispettiva distruzione ed erano nemiche elette come altrove accadeva a Bergamo e Brescia, Pisa e Firenze, Perugia e Assisi.
Pare quasi incredibile che un tempo questa cittadina così pacifica abbia dato ben più di qualche grattacapo alla ben più grande Milano.
Lodi in epoca medievale era protetta dall'imperatore e lottava contro la Milano libera.
Strano che nessuno vi abbia ancora fatto un film, che io sappia.
La quiete apparente della città è data dalla cultura agricola e dalla grande operosità dei suoi abitanti: tutte le campagne si rivelano ordinate e coltivate e ovunque il legame con la terra viene ricordato dalle cascine che circondano i campi curati.
La zona è situata tra il fiume Po e lo scorrere dell'Adda: una sorta di "mezzaluna fertile" italiana.
Come se non fosse sufficiente a ricordare l'importanza dell'operosità agricola sappiate che esistono ben 10 musei dedicati alla civiltà contadina lodigiana.
Per chi vuole scoprirla sappia che è possibile visitarla usufruendo gratuitamente delle guide della cooperativa Memosis e dell'associazione Tarantasio.
Gli appuntamenti, validi fino a tutto ottobre, prevede il ritrovo in piazzale della Stazione ogni sabato mattina alle 10.00 e la domenica pomeriggio alle 15.30.
Il primo appuntamento del sabato e l'ultimo della domenica sono dedicate a eventi diversi da quelli della visita di Lodi.

Sappiate inoltre che chi si reca a Lodi e passa allo iat di piazzale Broletto riceverà in omaggio una bustina di Myosotis "non ti scordar di me".

Trascorrere la giornata a Lodi non fa per voi?
Vi sono altre visite che potete fare:

Museo della stampa di Lodi


Collezione Paolo Gorini:
Solo per stomaci forti.
Ingresso gratuito e vietato ai minori di 12 anni.

A Lodi è inoltre disposta la partenza di crociere sul fiume Adda.

Come raggiungere Lodi?
Da Milano francamente potete prendere l'autostrada ed arrivare in città in mezz'ora circa.
Io la sconsiglio, utilizzate la statale e godetevi il viaggio, siamo in una pianura che riposa gli occhi!

Riferimenti:
http://www.culturalodi.it/



domenica 19 aprile 2015

Castellamonte, una domenica pomeriggio insolita

Castellamonte è un piccolo paesino in provincia di Torino, sulla strada che da Milano mi ha portato in Val Soana.
L'abitato abbraccia la piccola collina che lo sovrasta, sulla quale è stato costruito un castello di cui le prime notizie sono riferite al 1066 e vanta la sua fortificazione da parte dei discendenti di Arduino d'Ivrea, Re d'Italia.
E' dunque apparentemente corretto il riferimento al Toponimo "castrum ad montem" in descrizione al fatto che il centro abitato era nato a corollario del castello del Signore locale da cui gli abitanti ricevevano protezione.
Il paese è un "paese d'arte" e ve ne darà testimonianza per ogni via: il luogo è famoso per le sue ceramiche che ornano diverse attività commerciali del paese e le sue meravigliose stufe.




Perché visitarla?
In realtà non mi sono nemmeno posta il problema, abbiamo trovato questo piccolo paesello sulla nostra strada, durante un viaggio con finalità lavorative e, incredibilmente, mi sono ritrovata con mezza giornata libera rispetto il tempo che temevo avrei dovuto impiegare diversamente.
E' stato bello e piacevole fermarsi, passeggiare, godere del sole e del caffé in piazza, guardando questa bizzarra rotonda abbracciare la piazza, la quale assieme all'Arco di Arnaldo Pomodoro, crea una delimitazione spaziale alquanto singolare.
Adocchiando ed ammiccando ho scoperto diverse attrazioni che propongo per una gitarella giornaliera.
La motivazione pragmatica che propongo oltre alla densità di storie inconsuete del paese, è il fermarsi a mangiare presso una cinghialaia trovata quasi per caso sul cammino, presso la località Sant'Antonio. (Per raggiungerla chiedete ai locali e navigate a vista: non ha insegne ma la fatica nella ricerca viene ampiamente compensata dalle pietanze servite)



Il Castello di Castellamonte
Ora noto nell'area come Castello dei Conti di san Martino, è stato edificato intorno all'anno 1000 da parte dei Conti di Castellamonte, discendenti di Re Arduino D'Ivrea. Conserva ancora parte delle fortificazioni originarie e le 7 porte edificate intorno alla muratura.
Il castello venne parzialmente distrutto a seguito della rivolta dei Turchini (fine del 1300)

La rotonda Antonelliania
Nel 1842 su progetto dell’architetto Alessandro Antonelli, ( lo stesso Alessando Antonelli che progettò la Mole Antonelliana a Torino), iniziarono i lavori di edificazione della Parrocchia. Parrocchia per così dire, in quanto il progetto prevedeva di coprire un’area di poco inferiore a quella di S. Pietro a Roma. Manie di grandezza? I fatti sono che ad oggi di quell'idea grandiosa sono rimaste a testimonianza solo le mura perimetrali realizzate con pietre provenienti dal torrente Orco alternate a mattoni rossi.
La Chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, fu realizzata nel 1875 nello spazio originariamente pensato da Antonelli come previsto per ospitare il Presbiterio.
Alla destra della Rotonda si erge solitario il campanile romanico del XII sec. che nel 1762 è stato sopraelevato in stile barocco per realizzare una cella campanaria.

Arco di Arnaldo Pomodoro, sito in piazza Martiri della Libertà
In occasione della Mostra della Ceramica del 1995 l'Artista Arnaldo Pomodoro si cimentò nella realizzazione di quest'arco che, con i suoi sei metri di raggio e la sua superficie in cotto rosso, trova la sua perfetta collocazione in prossimità della rotonda Antonelliana.

Stufa in ceramica di Ugo Nespolo, sita in piazza della Repubblica
La città è conosciuta per le sue ceramiche e stufe, dunque non poteva mancare una testimonianza dell'opera dei castellamontesi.
Iniziata nel 2002 e successivamente terminata nel 2008 grazie alla donazione di una società di Castellamonte. Le formelle in ceramica che rivestono la gigantesca stufa sono state disegnate da Nespolo e realizzate dagli artisti ceramici con il supporto degli allievi dell’Istituto d’Arte Felice Faccio di Castellamonte e poi cotte nelle fornaci dell’impresa artigiana La Castellamonte.
E' bello sapere che alla creazione di un'opera d'arte la popolazione ha contribuito attivamente, comprendendo come questo tributo sia dato non solo all'artista o alla città ma anche e sopratutto al proprio lavoro.



Riferimenti:
http://www.comune.castellamonte.to.it/
http://www.quotidianocanavese.it/made-in-canavese/eccellenze-canavesane/castellamonte-si-scaldano-i-motori-per-la-mostra-della-ceramica-2015-4234